Vacrigistina's Blog

media, comunicazione, società e politica secondo la mia prospettiva di genere

La violenza ha mille volti, impara a riconoscerli

Posted by vacrigistina su 6 marzo 2010

Pubblicizzo un’altra campagna di comunicazione, questa volta sul tema della violenza di genere, pensata da un gruppo di donne tra cui la copywriter Eliana Frosati, la femminista Alessandra Bocchetti e la deputata del PD Anna Paola Concia.

La campagna sociale è creative commons e chiunque potrà divulgarla liberamente. L’adesione è quindi aperta a tutti i soggetti e media che vorranno promuoverla. Per adesso, oltre al Comune di Roma, due giornali, di opposta tendenza politica ma diretti entrambri da donne, L’Unità e Il Secolo d’Italia hanno aderito alla campagna e da lunedì 8 marzo pubblicheranno i manifesti sulle pagine del quotidiano.

La campagna è efficace dal punto di vista comunicativo perchè semplice, diretta e chiara; è innnovativa perchè a differenza di precedenti campagne non mostra le donne – vittime di violenza ma piuttosto le reazioni delle donne che hanno subito o che subiscono violenza. Tema della campagna quindi il cambiamento e la capacità delle donne di reagire alla violenza maschile.

Nei manifesti ci sono foto di coppie eterosessuali giovani, con alcune frasi molto dirette, sincere, senza fronzoli. Qualche esempio:

Un violento non merita il tuo amore. Merita una denuncia

Gli schiaffi sono schiaffi. Scambiarli per amore ti può far molto male

Se il tuo sogno d’amore finisce a botte, svegliati

Nelle foto il volto dell’uomo è coperto dal cartello, questo ci suggerisce più significati: il primo, veicolato direttamente dallo slogan della campagna è quello che la “violenza ha mille volti”. Ma oltre a questo primo immediato significato, il volto coperto dell’uomo fa si che siano le donne ad essere protagoniste della campagna, perchè protagoniste delle proprie vite, perchè sono loro stesse chiamate ad agire per mettere fine alla violenza che subiscono. Coprire il volto dell’uomo, inoltre, lo rende anonimo, lo spersonalizza, come si merita un compagno violento; non dare un volto all’uomo, infine, fa si che questa violenza non venga identificata nell’uomo stesso e nelle sue possibili giusticazioni o nella sua storia, ma venga vista come un problema sociale, generalizzato, ampiamente diffuso, venga vista per quel che è: violenza maschile contro le donne, violenza di genere.

Nelle foto inoltre le donne sono sorridenti. Anche in questo caso un doppio significato. Il sorriso può esser nato in conseguenza della “liberazione dalla violenza”, o può suggerire l’idea che anche donne “normali” e sorridenti, in realtà vivono storie drammatiche, il loro sorriso nasconde il crimine della violenza. Sappiamo infatti quanto sia bassa la percentuale di donne che escono allo scoperto, che denunciano. Queste donne continuano a vivere la loro falsa vita serena, il loro falso amore, che nascondo agli altri (e anche a se stesse) quello che stanno vivendo e subendo, che fanno finta di essere felici. Sappiamo anche quanto sia difficile, alcune volte, capire quello che sta succedendo ad una nostra amica, conoscente, vicina, quanto sia difficile vedere dietro quel sorriso l’infelicità e la sofferenza.

Il messaggio centrale della campagna è racchiuso nello slogan: impara a riconoscere la violenza, le azioni violente, i compagni violenti e agisci conseguentemente, cioè lascia il compagno, denuncialo, riprenditi la tua vita.

Ma lasciamo, addesso che siano le immagini a parlare:

10 Risposte to “La violenza ha mille volti, impara a riconoscerli”

  1. martissima said

    eh si! siamo decisamente ad altri livelli! geniale questa campagna! ma soprattutto fa un gran piacere leggere sì fini analisi semiotiche, ancorchè compunte della timia dell’autrice!

    volendo completare con il caro “quadrato semiotico”, direi che la campagna regge di brutto perchè gioca sui c.d. “meta concetti” composti greimasiani di “normalità E anormalità” (nella prospettiva del quadrato, il c.d. “asse della contrarietà”) e alla base del quadrato, di “nè canone/modello nè anonimato”. Interessante notare poi “l’asse della contraddittorietà”, le diagonali “normalità – anonimato” (sx -dx) e “anormalità – canone/modello” (dx – sx). E’ la rappresentazione della realtà: la “normalità” di una situazione di violenza è consumata nell’anonimato, è celata e nascosta. La sua distorsione è vissuta come un canone/modello. Ai lati verticali del quadrato, “assi della complemetarietà”, abbiamo poi ciò che dovremmo avere, ma da cui siamo ancora lontane/i: una realtà civile e sociale senza violenza, a cominciare da quella sulle donne da parte degli uomini, che sia canone/modello dell’intero sistema civile e sociale (asse “normalità – canone/modello”). Un sistema che quindi riesca a vedere, riconoscere e dialogare con le donne e che “faccia fuori” i violenti rendendoli impotenti. Censurati, anonimi e segregati a priori (“anormalità – anonimato”).

  2. mart. said

    Postilla. in effetti non è che con che greimas si scopra più di tanto. Una roba da olimpiadi del “ma dai…?

    “Per quanto riguarda la violenza sulle ddonne, viviamo in una realtà contraddittoria”. “…ma dai?”

  3. vale said

    ecco un’altra campagna che potrebbe essere interessante

    http://iltirreno.gelocal.it/dettaglio/vanessa-siamo-noi-tutti-contro-la-violenza/1880978

  4. Elina said

    Per la prima volta ti lascio un commento perchè questa campagna mi tocca profondamente. Per non ripetere i commenti già fatti sulla sua efficacia comunicativa, vorrei soltanto dare una mia interpretazione sul cartello che copre il volto dell’uomo. L’anonimato mi fa pensare anche al fatto che spesso siano uomini “al di sopra di ogni sospetto” a commettere violenze sulle proprie compagne, camuffandosi dietro un’apparente normalità nei gesti e nelle parole. Ed è questa secondo me la violenza più infida. Comunque grazie per la tua puntuale informazione. Non sapevo nulla di questa bella campagna.

  5. vacrigistina said

    Un grazie a vale, per aver ricordato l’omicidio di Vanessa.
    L’idea riportata da “Il Tirreno” può essere molto positiva. Spero di vederla, quando sarà realizzata, magari per scriverci un articolo. Tienimi informata.

  6. Tony said

    Ma la violenza sugli uomini da parte delle donne? Non se ne parla mai? In questa campagna (giustissima figuriamoci) manca di certo l’altro lato della medaglia!

  7. vacrigistina said

    Caro Tony, sperando che la tua osservazione non nasca da un’esperienza diretta, ti vorrei rispondere in maniera un pò ironica. Commenti di questo tipo, utilissimi e sempre ben accetti sia chiaro, a volte mi fanno pensare a quella scena del film “Berlinguer, ti voglio bene”, dove ad una riunione, mentre una compagna parla della condizione della donna (non mi ricordo a che proposito) si alza un compagno e dice “la donna, la donna …e l’omo??”.
    Scherzi a parte, le campagne di informazione solitamente vengono promosse in relazione alla diffusione di un fenomeno, nel caso della violenza di genere, gli episodi che vedono le donne vittime di violenza superano di gran lunga i casi in cui siano gli uomini vittime di violenza fisica da parte di donne. Per questo motivo è maggiore e più sentita l’esigenza di concentrarsi su questo tipo di crimine. Ma a quale tipo di violenza fai riferimento?
    Da quando è stata emanata la legge sullo stalking, molti uomini hanno denunciato ex fidanzate o compagne per stalking. Questo per esempio può essere un interessante fenomeno da approfondire. Per quanto riguarda la violenza, ancora oggi, sono soprattuttp le donne a subirla da parte di uomini (mariti, compagni, ex fidanzati, padri). Comunque ovviamente ogni tipo di violenza è da condannare, e ogni campagna che ha l’obiettivo di fermare e contrastare la cultura e l’uso della violenza è utile…certo che una campagna di quel tipo forse dovrebbe partire dagli uomini, ma ho anche il sospetto che farebbe un pò discutere, sai?

  8. Ausonia Minniti said

    Sono Sonia Minniti presidente di Demetra Donne Trezzano s/n associazione che opera su due livelli: promuove tematiche di riflessione femminili e sostiene le donne vittime di violenza attraverso un centralino d’ascolto. Apprezzo con piacere questa campagna a tal punto che ho deciso di stamparre le immagini ( a mie spese) e affiggerle sulla porta del nostro centralino che è all’interno del centro sanitario di Via Boito, Trezano s/n Milano. E’ proprio vero: la violenza ha mille volti, il difficile è riconoscerli, visto che nel 2010 molte donne ancora ci cascano e solo il 5 % delle donne denuncia, almeno nella provincia di Milano. Complimenti alle autrici dello slogan che è molto efficace. Con simpatia Sonia Minniti

  9. vacrigistina said

    Ciao Sonia, sono felice di aver collaborato alla diffusione di questa campagna che anch’io valuto positivamente. Grazie per il commento ti invito a segnalarmi iniziative ed incontri della tua associazione all’indirizzo vacrigistina@gmail.com sarò lieta di pubblicizzare, nel mio piccolo, le vostre attività o il vostro sito.

  10. Hi there just wanted to give you a quick heads up and let you
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